Lavoro 06:00

Sanità, mancato accordo con Regione e Asl: la FP CGIL non revoca lo stato di agitazione del personale

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Dopo l’attivazione della seconda fase dello stato di agitazione del personale dirigente e del comparto della ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, si è tenuta una riunione in sede prefettizia alla presenza del Capo di Gabinetto del Prefetto, Franca Ferraro, della direzione aziendale, nelle persone del manager Rinaldo Tordera e di Luigi Franciotti, e del rappresentante della Regione Abruzzo, Antonio Forese delegato dell’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci.

Alla riunione hanno preso parte anche Carmine Ranieri per la segreteria CGIL Abruzzo, i componenti della RSU FP CGIL e le OO.SS. FSI e Nursind. Queste ultime, infatti, hanno deciso di aderire allo stato di agitazione indetto dai colleghi della FP CGIL.

 

La discussione si è concentrata sulla nota e cronica carenza di personale di tutti i profili professionali che, come più volte riferito dai sindacalisti, derivano dal conclamato taglio dei costi del personale pari, ad oggi, a circa 5,3 milioni di euro e alle evidenti ripercussioni che questo taglio comporta sia in termini di erogazione dei servizi sanitari pubblici, sia sulle condizioni di lavoro a cui sono costretti a far fronte ogni giorno i lavoratori della ASL.

«La riduzione del costo del personale» scrivono i rappresentanti della FP CGIL della provincia dell’Aquila, Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone e Angela Ciccone «comporta, nell’immediato, una riduzione in organico di ulteriori 100 posti di lavoro che si aggiungono alla già insufficiente dotazione organica. Attualmente risultano in servizio, secondo quanto riferito dalla ASL, circa 3800 unità lavorative di cui circa 400 precari, a fronte delle 4053 stabilite nella dotazione organica del 2014. A queste si devono aggiungere, sempre secondo quanto dichiarato dalla stessa ASL, nel rispetto della Legge 161/2014 relativa ai riposi obbligatori, ulteriori 277 unità lavorative».

 

Secondo la FP CGIL l’effettiva esigenza è necessariamente superiore alle stime riferite anche in considerazione dell’estensione territoriale della ASL 1 che occupa, con i suoi 4050 kmq circa il 48% dell’intero territorio regionale che aumenta le criticità logistiche/organizzative ed i costi correlati. La discussione si è poi incentrata su una serie di rivendicazioni di natura retributiva e contrattuale come, ad esempio, i mancati pagamenti delle prestazioni di lavoro straordinario, sul mancato pagamento della produttività collettiva relativa agli anni pregressi, sulle progressioni economiche orizzontali e sull’adeguamento del valore dei buoni pasto.

 

La CGIL ha fatto richiesta di attivare immediatamente, da parte della Regione Abruzzo, le procedure necessarie per il rilevamento del fabbisogno del personale per attingere ai fondi stanziati dalla Legge di stabilità numero 208/2015 per l’assunzione e la stabilizzazione del personale. Il sindacato ha ribadito poi la necessità immediata di ripristinare il turnover al 50%, a fronte dell’attuale blocco all’80%, così come attuato da tutte le altre ASL regionali; di rimodulare il conto economico programmatico regionale con il quale si definiscono anche i tetti di spesa per il costo del personale e di programmare una seria politica di integrazione ospedale-territorio al fine di garantire la continuità socio assistenziale finalizzata alla riduzione dei ricoveri ospedalieri.

 

«Ad oggi» aggiungono Marrelli, Pasqualone e Ciccone «viste le condizioni di lavoro a cui si è costretti, non si esclude, anzi è pressoché certo, che il personale venga utilizzato in mansioni diverse ed improprie rispetto al profilo di appartenenza».

 

La riunione si è conclusa con l’impegno da parte della ASL a riattivare, a stretto giro, i tavoli di contrattazione finalizzati alla erogazione delle somme dovute al personale. La Regione, nel sottolineare che gli strumenti di programmazione attualmente vigenti sono stati adottati, nel rispetto del piano di rientro relativo al disavanzo sanitario, con riferimento alle richieste avanzate, ha chiesto alla ASL di procedere ad un’analisi puntuale ed approfondita dell’attuale allocazione del personale in servizio, con l’impegno a promuovere l’attivazione di un tavolo di confronto, entro i prossimi 15 giorni, con lo scopo di discutere la spesa di personale per il prossimo triennio (2018/2020) che tenga conto in maniera più evidente delle peculiarità territoriali e gestionali della ASL 1.

 

Viste le condizioni della riunione, fanno sapere infine dalla FP CGIL, i sindacalisti hanno ritenuto di dover chiudere l’incontro con un mancato accordo, non ritenendosi soddisfatta e giudicando insufficienti gli impegni presi; pertanto ha dichiarato di non revocare lo stato di agitazione del personale.

 

Ciononostante la FP CGIL continuerà, anche attraverso la partecipazione attiva agli incontri che verranno calendarizzati, a vigilare e sollecitare le soluzioni utili alla salvaguardia dei livelli occupazionali, al ripristino di adeguate condizioni di lavoro, al mantenimento e al potenziamento dei servizi pubblici essenziali.

 

FDF