Per capire come funziona Gabriele De Angelis occorre partire dalla fine della conferenza stampa sull’anatra zoppa dopo la sentenza del Tar. Il sindaco ha invitato tutti i giornalisti all’incontro della prossima settimana nel quale esporrà il progetto di riqualificazione del centro urbano e di Piazza Risorgimento: «Un progetto cui tengo moltissimo col quale diamo inizio a un vero intervento sul centro della città. Voglio amministrare meglio e in maniera più intensa la nostra Avezzano».
Il messaggio è chiarissimo e non si presta a nessun fraintendimento, De Angelis non arretra di un centimetro anzi, va avanti alla luce del ricorso presentato al Consiglio di Stato: «Aspettando la sospensiva sulla sentenza del Tar e rimettendoci fiduciosi e rispettosi al giudizio della Corte, continuiamo a lavorare tutti i giorni per il bene della città».
Sulla situazione che si è venuta a creare, De Angelis usa un gergo calcistico che in alcune circostanze è molto più comprensibile del linguaggio da politica: «Il tema è sicuramente delicato ma c’è in atto una partita dove alla fine del primo tempo il presidente del Tribunale ha privilegiato la governabilità e alla fine del secondo il Tar ha privilegiato la rappresentanza. Non condivido la sentenza del Tar ma la rispetto, adesso siamo 1 a 1 però queste sentenze non cambiano il sindaco scelto dalla città».
Sui supplementari e gli eventuali rigori e cioè sulla eventuale “migrazione amministrativa” di consiglieri dai banchi a sinistra a quelli a destra o viceversa, De Angelis è ancora più netto: «Qui non si accetta nulla, il programma è uno ed è quello scritto dalla coalizione di Gabriele De Angelis. Non sono condizionabile da nessuno, non ci saranno patti con la coalizione contrapposta. La linea guida è questa e non cambierà, chi volesse collaborare col sindaco deve accettare il programma del sindaco».
Di dimissioni nemmeno a parlarne: «Siamo in una dinamica che prevede un ultimo grado di giudizio, non posso dimettermi perché farei un danno enorme alla città e ai cittadini che hanno scelto me per avere il cambiamento».
In attesa dell’eventuale sospensiva dunque, messaggio diretto per tutti dentro la variabilità di maggioranze e opposizioni, consiglieri speranzosi e forze politiche pronte al riposizionamento: si va avanti col sindaco eletto, con la sua maggioranza, col suo programma di mandato. Altrimenti più che di anatra zoppa bisognerà parlare di gioco dell’oca: tutti a casa e si riparte dal via con nuove elezioni.
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