Pollai a prova di orso verranno presentati e consegnati martedì 17 luglio alle ore 17.30 presso la Sala Consiliare del Comune di Collelongo.
Si sa, la stazza dell’orso non è esattamente quella di una volpe o di una faina, e spesso le normali recinzioni non sono abbastanza resistenti. L’iniziativa rappresenta un vero e proprio cambio di strategia ben studiato che possa riuscire a far convivere pacificamente animali e allevatori all’interno delle stesse zone.
E allora, sia per salvaguardare le galline, ma anche per tutelare l’orso, l’idea è stata quella di fornire ai possessori di galline degli appositi pollai in metallo zincati, opportunamente rinforzati per resistere alle sollecitazioni e forzature dei nostri plantigradi.
Infatti, come si legge dal sito dell’Ente Parco, le storie di Yoga, Gemma, Giacomina, Mario e degli altri orsi confidenti ci hanno mostrato chiaramente come i problemi da loro causati debbano essere soprattutto "un invito al cambiamento" rispetto alle strategie pensate ed adottate quando la situazione era sostanzialmente diversa da oggi.
Alcuni orsi infatti, tra cui Mario, hanno dimostrato come i pollai presenti nei centri abitati siano uno dei motivi del loro ingresso all'interno dei paesi. Ecco allora che gli uffici del Parco hanno predisposto, con l'aiuto della ditta "Faza" di Roma, il primo "pollaio ad alta resistenza all'orso".
Grazie al finanziamento del Ministero dell'Ambiente, il Parco assegnerà in comodato gratuito questi speciali ed innovativi pollai ai possessori di quei ricoveri per animali che sono stati censiti assieme alle amministrazioni comunali di Villavallelonga, Collelongo e Lecce nei Marsi (dove l'orso Mario si è nutrito molto spesso a danno di polli e galline) e che si sono rivelati inadeguati anche in termini sanitari, paesaggistici e di decoro urbano.
Il pollaio ha subito un vero e proprio collaudo, dove i collaudatori sono stati addirittura gli stessi orsi: hanno infatti filmato l’orso Mario e un suo “collega” visitare il pollaio, senza riuscire questa volta ad attaccarlo.
Ludovica Salera