Il ricordo di Nadia Toffa dell’H2O Abruzzo. “Dal suo lavoro rigoroso il sapore della verità e le domande e le risposte che il potere rifiutava”
Abbiamo conosciuto Nadia sul campo, nei luoghi delle battaglie civili per i diritti dei cittadini.
Ha trattato l'inquinamento di Bussi, il rischio sismico con lo stoccaggio del gas di S. Martino sulla Marrucina e l'elettrodotto Villanova-Gissi. Poi ricordiamo gli ultimi due servizi sull'acqua del Gran Sasso e i laboratori di Fisica Nucleare.
Agli abruzzesi, a tanti italiani, dal caso dell'acqua contaminata da PFAS nel Veneto alla ferriera di Trieste, ha dato quelle risposte e posto quelle domande che il potere rifiutava, spesso da anni.
La ricorderemo, lei così famosa, per la naturale modestia e la generosità. Già malata, ci aveva sorpreso mandandoci un messaggio addirittura nella pausa della pubblicità della diretta di una delle ultime trasmissioni che ha condotto, per salutarci dopo il servizio di Filippo Roma sulle autostrade abruzzesi.
Entusiasmo, abnegazione, ironia. La vogliamo ricordare come una persona rigorosa ed è soprattutto per questo che ci siamo sentiti subito sulla stessa lunghezza d'onda. Lei e i suoi collaboratori leggevano. Voleva i documenti. Le pubblicazioni scientifiche che dimostravano le criticità. Non ci ha mai fatto sconti. Ci tartassava letteralmente, noi che facciamo della lettura delle carte la base del nostro impegno.
Per questo Nadia non era amata dai conformisti perché con il suo lavoro e con la sua passione sapeva spiazzare chi è privo, per opportunismo o per quieto vivere, di curiosità. Non vogliamo dire che tutto è andato bene. È stata attaccata ferocemente o giudicata in maniera insensata e superficiale da chi ti mette in immaginari fronti del no senza avere la conoscenza dei fatti quando invece si è alla ricerca della giustizia. Da chi si era ben guardato di approfondire, di scavare, di apprendere. Da chi non ha la schiena dritta.
La realtà non la scambiava per la sua percezione e per questo sapeva dare alle vicende che trattava il sapore della verità.
Apriva la strada, trovando poi le conferme definitive alle sue inchieste anche ad anni di distanza come è accaduto in ultimo anche per il Gran Sasso e i suoi laboratori, grazie a chi anche nello Stato e nella comunità non si rassegna e fa bene il suo lavoro.
È il motivo per cui da cittadini l'abbiamo amata e rimarrà a fianco delle nostre lotte, per la salute, per il territorio e per l'ambiente.
Alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi collaboratori e a Le Iene che le sono stati accanto in questi anni e durante la malattia, va il nostro pensiero