Cronaca 06:00

Fauna protetta, Parco Sirente Velino condannato a risarcire i danni subiti da un allevatore

Il presidente di Confagricoltura Lobene: “La sentenza del Tribunale di Sulmona dimostra la bontà dell’azione di tutela sindacale portata avanti dalla nostra organizzazione”


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AVEZZANO. Con la sentenza dell’11 marzo 2014 del giudice del Tribunale di Sulmona, Massimo Marasca, il Parco regionale Velino Sirente è stato condannato al risarcimento dei danni da fauna selvatica a favore di un allevatore di Castelvecchio Subequo assistito dal legale di Confagricoltura L’Aquila, Gianfranco Salutari.

 

Già in autunno oltre cento agricoltori e allevatori associati a Confagricoltura avevano intrapreso l’azione legale verso la Provincia e la Regione per ottenere il pagamento dei danni causati dalla fauna selvatica. Una vera e propria class action, sostenuta dai legali di Confagricoltura L’Aquila, nata a seguito di alcune infuocate assemblee tenutesi a Magliano, Scurcola, Celano, Castelvecchio Subequo e Sulmona.

 

Gli agricoltori e gli allevatori si sono detti stanchi delle tante chiacchiere e delle modalità con le quali si affronta il problema del prelievo venatorio: da una parte il mondo ambientalista che alimenta la visione metropolitana della gestione della fauna selvatica, dall’altra i cacciatori che, esasperati dalle rigide norme sulla caccia, utilizzano i terreni agricoli come se fossero propri, anche a spregio delle coltivazioni in atto. Nel mezzo i produttori agricoli che continuano a subire danni senza che qualcuno paghi.

 

«Confagricoltura L’Aquila» spiega il presidente Fabrizio Lobene «ha detto basta e ha dichiarato lotta dura al fenomeno. La sentenza del Tribunale di Sulmona dimostra la bontà dell’azione di tutela sindacale portata avanti dalla nostra organizzazione e ci fa ben sperare sulla riconduzione alla ragionevolezza delle associazioni ambientaliste e di quelle venatorie che bloccano, di fatto, qualunque riforma che tenga conto degli interessi degli imprenditori agricoli».

 

Confagricoltura L'Aquila suggerisce, agli agricoltori e agli allevatori, di presentare le richieste di risarcimento alla Provincia o agli Enti Parco, ma contestualmente anche di chiamare in giudizio direttamente questi Enti, chiedendo il risarcimento dei danni ex art 2043 del CC.

 

«Siamo stufi di inutili prese in giro» è il commento di Vinicio Blasetti, presidente della sezione zootecnica provinciale di Confagricoltura, «quest'anno la Regione ha impegnato in bilancio una somma complessiva di 500 mila euro, assolutamente insufficiente visto che solo nella provincia dell’Aquila i danni ammontano a qualche milione di euro».

 

Con l’azione legale gli agricoltori devono far rispettare anche la legge 157 del 1992 che stabilisce il diritto per i proprietari ed i conduttori ad un rimborso di 10 euro ad ettaro per mettere a disposizione dei cacciatori i fondi agricoli, anche contro la volontà degli agricoltori.