In Italia operano una trentina di Interporti. Strutture logistiche di fondamentale importanza che comprendono infrastrutture e servizi, e che operano al fine di favorire la mobilità delle merci tra le diverse modalità di trasporto (su gomma, su ferro e per mare). L'obiettivo è “connettere” tra loro tutti i modi di trasporto e tutti gli operatori economici del territorio o che attraversano il territorio. Insomma l'interporto è un centro di conservazione temporanea e di smistamento delle merci, servito da logistica integrata, da uno scalo ferroviario ed in collegamento con porti, aeroporti e viabilità di grande comunicazione.
Anche la Marsica ha il suo Interporto, anzi non ce l'ha. Non ce l'ha perché il “Centro smistamento merci della Marsica” è ad oggi un monumento allo spreco, la più clamorosa delle incompiute abruzzesi. Costato oltre venti milioni di euro, completato, dotato di strutture all'avanguardia, più volte inaugurato (sempre sotto elezioni), ma mai avviato. Oggi utilizzato come deposito ed a fini umanitari dalla Croce Rossa, fini nobili ma del tutto impropri per una struttura di tale eccellenza.
Una situazione assurda e chiaramente inaccettabile. Continue le proteste degli operatori industriali e commerciali negli ultimi anni e numerosi, nell'ultimo anno, gli interventi del Comune di Avezzano. Ma la Regione è sorda e le cose sono state ulteriormente complicate da una miope normativa del Governo Monti che vieta ai comuni di entrare nelle società di gestione di queste importanti strutture. Il risultato: il rimpallo di responsabilità e lo stallo totale.
Abbiamo sentito il Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, che sull'argomento esprime delusione ma non certo rassegnazione: “Dal primo giorno del mio mandato – dice il Sindaco ad Avezzano Informa – abbiamo operato attivamente come Amministrazione, sollecitando più volte Regione e Governo centrale affinché l'Interporto venga restituito alla sua destinazione originaria di centro smistamento merci ed a questo punto non sono tollerabili ulteriori indugi. Purtroppo una normativa sbagliata del Governo Monti ha impedito al Comune di costituire la società di gestione della struttura. Inerte pure la Regione che avrebbe dovuto svolgere un ruolo di spinta nei confronti del Governo per risolvere una volta per tutte la questione centrale: individuare il soggetto gestore dell'importante struttura”.
“Riponiamo comunque fiducia – conclude Di Pangrazio – sul Governo Renzi e sul nuovo esecutivo regionale che verrà fuori a breve dalle urne. Siamo certi che troveremo interlocutori diversi e maggiormente disponibili ad ascoltare e risolvere i problemi della Marsica in generale, a partire dalle questioni annose dell'Interporto, delle risorse per l'agricoltura di qualità e della depurazione delle acque irrigue. E' inutile interloquire ancora con l'esecutivo Chiodi. Subito dopo le regionali, nella speranza che le cose cambino, assumerò una forte iniziativa insieme a tutti i sindaci della Marsica per sbloccare situazioni divenute ormai inaccettabili proprio a causa, spesso, dell'inerzia della Regione”.
Del resto l'apertura reale e la gestione dell'Interporto sono questioni ineludibili per la Marsica. L'Interporto, una volta attivo, favorirà il rilancio di tutta l'area come cerniera nel traffico merci nelle direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, favorendo l’implementazione delle attività dell’indotto. Basti pensare che i principali collegamenti riguardano la A24 Roma-L’Aquila-Teramo, la A25 Torano-Pescara, la Superstrada Sora-Cassino, la linea FS Pescara-Roma e tutte le fondamentali infrastrutture che, anche se non immediatamente collegate, sono facilmente e rapidamente raggiungibili.
Il ruolo di infrastruttura strategica e di volano economico per il territorio locale è ormai unanimemente riconosciuto. Ne riparliamo dopo le regionali, registrando per ora l'inerzia della politica per il passato ed il serio impegno del Sindaco di Avezzano per il futuro. Impegno che certamente verificheremo con i fatti.
Severino Bastone