AVEZZANO. Le cose più belle si progettano e nascono in tempo di crisi. Una sfida necessaria e irrinunciabile per far conoscere l’Abruzzo al mondo ed il mondo all’Abruzzo. Dare un futuro alla cultura, alla creatività ed alla conoscenza dei nostri territori e delle nuove generazioni.
Sono questi gli obiettivi di “Articolo Nove”, il nuovo trimestrale di cultura diretto da Carmine Granato e pubblicato dall’Associazione di Promozione Sociale “Nuovo Corso”, presentato ieri in copia pilota presso la sala consiliare del Comune, alla presenza del sindaco Giovanni Di Pangrazio.
Intervenuti alla presentazione anche Eliseo Palmieri e Gianluca Alfonsi, presidente commissione cultura Provincia dell’Aquila.
“Articolo Nove” come il nono articolo della Costituzione italiana da cui trae ispirazione, il cui testo è riportato in copertina della testata, che sancisce la promozione dello sviluppo della cultura, della ricerca scientifica, tecnica, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione.
“Abbiamo deciso di lasciare la parola ai giovani e alle loro firme affianco a quelle di personalità prestigiose” ha dichiarato il direttore Granato “questo perché vogliamo che i giovani raccolgano dagli adulti il testimone della cultura e dell’impegno civile e che gli adulti imparino dai più giovani la loro freschezza ed originalità. La nostra giornalista più piccola, Sara Rancitelli, frequenta soltanto la quarta ginnasiale”.
L’ispirazione del periodico, come hanno raccontato il direttore e la presidente dell’Associazione “Nuovo Corso”, Cesira Sinibaldi, è nata da uno studioso americano, Howard Rheingold, che con il neologismo “parigogia” ha definito l’apprendimento tra le persone alla pari che amano condividere ciò che sanno.
“Articolo Nove è una palestra in cui si allenano tre generazioni” ha concluso Granato “ed una pista in cui ognuno correrà la staffetta della cultura passando il testimone a colui che verrà dopo”.
L’Associazione “Nuovo Corso” ha rivolto, infine, un appello alle istituzioni ma soprattutto all’imprenditoria privata affinché creda che “un euro investito nella cultura ne frutti almeno 7. A quel punto i benefici sarebbero per tutti, industriali compresi”.
Claudia Cardilli