Cronaca 06:00

Guardrail umano per chiedere strade più sicure. La protesta delle Rsu del Fucino

rsu fucino.jpg

ORTUCCHIO. Una lunga catena umana sul ciglio della strada dove ha perso la vita il 51enne dipendente di Telespazio Marco Di Nicola. Questa la protesta silenziosa messa in atto dai colleghi della vittima dell’ennesimo incidente sulle strade del Fucino.

 

Un vero e proprio guardrail umano, così lo hanno definito le Rsu del Fucino, motivandolo come «segnale concreto del nostro dolore, per fare in modo che il grido di aiuto di tutti i lavoratori del Fucino arrivi a chi, fino ad ora, è stato sordo alle richieste di messa in sicurezza della “Cintarella”».

 

«Quanti altri incidenti mortali ci vogliono lungo il tragitto della “Cintarella”, strada che porta alla Telespazio, affinché i vari enti coinvolti, Regione, Provincia, Comuni, Consorzio di bonifica, trovino il modo di metterla in sicurezza? Assisteremo ancora al vergognoso scaricabarile di competenze che da tanti anni ormai è diventata prassi comune agli enti citati?» queste le domande che si pongono le Rappresentanze sindacali unitarie. Poi arriva la richiesta al Prefetto della provincia dell’Aquila perché intervenga e convochi «tutti gli enti coinvolti per trovare una soluzione che ormai è necessaria e non più rimandabile. Chiediamo un incontro immediato con la direzione della Telespazio per convergere su misure necessarie per salvaguardare la vita di tutti noi».

 

Sul posto dello sciopero, ieri mattina, sono arrivati anche i genitori di Alessandro Giancarli, giovanissimo dipendente di Telespazio che, nel dicembre del 2012, a soli 23 anni, perse la vita finendo con la sua automobile in uno dei canali, mentre andava a lavoro. I due coniugi di Capistrello, dopo la morte del figlio, furono tra i promotori di una raccolta firme che contò oltre 15mila adesioni e che venne consegnata al presidente della Provincia Antonio Del Corvo con la richiesta di mettere in sicurezza la “Cintarella”. (Mc.dB.)