La domanda più ricorrente dell’anno solare, la spada di Damocle che pende sulle teste di tutti i giovani (e non solo!) e scandisce il tempo come fosse una clessidra agli sgoccioli, un ritornello che suona nella mente di tutti coloro che si domandano dal 1 gennaio “Che fai a Pasquetta?”. Tante aspettative, un unico obiettivo: essere felici e mangiare bene!
Le idee sono innumerevoli, c’è chi cerca di rimanere tradizionalista e, meteo permettendo, organizza la classica scampagnata con gli amici e gli immancabili arrosticini abruzzesi, motivo di vanto in ogni circostanza, soprattutto quando si è lontani da casa. C’è anche chi predilige la gita fuori porta, approfittando di musei aperti, per riempire quel bagaglio culturale che, diciamocelo, non guasta mai neanche il giorno di Pasquetta!, c’è poi il “comodo e senza pretese”, colui che sceglie di sedersi al ristorante accontentandosi di un menù dozzinale che quasi sicuramente lo lascerà insoddisfatto e, infine, c’è chi si riunisce con i parenti, intorno alla tavola familiare della festa. Poi c’è chi lavora, è chiaro, perché non tutto può fermarsi davanti all’angelo che annuncia la resurrezione!
Oggi è Pasquetta, festa civile dal dopoguerra, un lunedì che sa più di domenica e che lascia al martedì l’onere di diventare il giorno più inviso, il maledetto inizio settimana.
Il giorno che, fino all’ultimo minuto della domenica pasquale, viene preceduto dalla “fatidica domanda”, oggi è divenuto persino un popolarissimo hashtag che sottolinea la ripetitività dell’interrogativo un po’ invadente, un po’ banale, un po’ retorico e un po’ frase fatta, ma che, comunque, ormai è tradizione.
Su Twitter impazzano i cinguettii su chi si chiede se sia nato prima l’uovo di Pasqua o il #chefaiapasquetta, c’è chi ironizza scomodando il protagonista della festa cristiana con frasi “La prima cosa che gli apostoli chiesero a Gesù appena risorto fu #chefaiapasquetta?” e infine c’è chi si lascia andare alla previsioni scatenando il proprio pessimismo con “Buon Natale, domani mi raccomando tutti con le renne!”.
Insomma si sa, esattamente come tutte le feste comandate, anche la Pasquetta finisce per essere un argomento su cui scatenare liti in gruppi di whatsapp creati appositamente o caffè interminabili che si concludono con nulla di fatto, e quasi quasi si rimpiange sempre il tempo in cui, da bambini, si era costretti a seguire i propri genitori in “sacri” picnic con parenti e macchine caricate di ogni prelibatezza neanche si partisse per il Messico.
In ogni caso, il giorno X è appena scattato e per chi avesse ancora perplessità su cosa fare o non avesse trovato compagni di sventure sotto piogge abbondanti e venti gelidi, si rilassi e pensi che il martedì arriverà in meno di 24 ore e si riconoscerà perché sarete stanchi, dovrete andare a lavorare e fuori ci sarà lo stesso sole che vedreste su Mercurio!
Maria Caterina De Blasis, Claudia Cardilli