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Il crocifisso sparisce dall’aula consiliare dell’Aquila e ai voti finisce 9 a 9

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L’AQUILA. Nell’aula consiliare del Comune dell’Aquila, inaugurata poco più di due anni fa, “scoppia” il caso del crocifisso. Nella sala, infatti, il simbolo religioso non era mai stato esposto.

 

A sollevare la questione, durante una seduta del consiglio comunale, la mozione del consigliere di Forza Italia Roberto Tinari che però è stata respinta, generando una reazione sdegnata del forzista e la presa di posizione del sindaco Massimo Cialente, che ha parlato di “ipocrisia e vergognosa strumentalizzazione”.

 

Il Consiglio si è spaccato con 9 voti a favore e 9 contrari quando Tinari, sulla base di una sentenza della Corte Europea, ha chiesto l’esposizione del crocifisso in aula. La proposta di fatto non è passata, ma la parità consente al consigliere di ripresentarla.

 

«Avendo visto una certa riluttanza ad appendere il crocifisso in aula, ho deciso di presentare una mozione per smascherarli» ha spiegato il consigliere di Forza Italia che ha poi aggiunto: «Temono che qualcuno li osservi, non vogliono essere visti neanche da Gesù Cristo, sono capaci di tutto ma buoni a nulla!». «Il Consiglio è sovrano» ha fatto eco Cialente «se in futuro la mozione passerà con i voti anche dei miei consiglieri il crocifisso si mette. Poi, però, mi aspetto comportamenti da cristiani».

 

Il primo cittadino del capoluogo abruzzese ha poi ammesso di non sapere se l’assenza del crocifisso nella nuova aula consiliare intitolata all’ex sindaco Tullio De Rubeis, riaperta in un edificio - quello dell’ex complesso scolastico di Villa Gioia - diverso dall’originario palazzo Margherita, sia un scelta o una dimenticanza, ma ha ricordato che «in ossequio ad alcune sentenze, in nome della laicità delle sale comuni, nel rispetto di credi e religioni non viene messo». «Io nella mia stanza ce l’ho» ha affermato il sindaco «me lo ha ricordato mio nipote Lorenzo, ma ci passo 10 ore al giorno, nei corridoi e nelle aule pubbliche è un altro discorso».

 

Cialente ha poi così commentato il fatto che si siano dichiarati favorevoli alla mozione di Tinari anche i consiglieri di centrosinistra Giuliano Di Nicola e Adriano Durante dell’Italia dei Valori ed Ermanno Giorgi di Centro democratico: «C’è libertà di coscienza assoluta su un tema come questo». «So di non essere un buon cristiano, ma cerco di applicare le regole della chiesa cattolica» ha infine concluso il sindaco dell’Aquila. «Nei loro discorsi» ha chiosato «vedo invece una dose di ipocrisia e strumentalizzazione vergognosa. Se verrà messo il crocifisso, mi aspetto poi di non sentire più parole contro lo Ius soli, l’ospitalità agli extracomunitari e agli sfollati, le politiche dei poveri, come invece fatto qui dai consiglieri di Noi con Salvini».

 

Redazione Avezzano Informa