Attualità 06:30

Don Aldo Antonelli sui “corvi”: “Il problema non è mettere a tacere, ma estirpare il male”

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«Alla faccia dei corvi! Li si vede in prima pagina dei giornali, beatamente sorridenti: lui tutto divino (anzi “opusdeista”), lei tutta bellezza (anzi tutta “ghermezza”). In genere i corvi li si immaginano brutti, neri e cattivi, più vicini all’inferno che al paradiso, più familiari del demonio che di Dio. Ma no! In Vaticano non si può. In Vaticano tutto deve essere sublimato; tutto deve essere coniugato nelle modalità estetiche della bellezza artistica e in quelle etiche della pietà mistica. Per chiarezza sto parlando della foto che appare in prima pagina di La Repubblica, dove c’è un Lui e una Lei». Questo l’incipit del commento di don Aldo Antonelli sulle recenti vicende di cronaca che hanno interessato la Santa Sede.

 

«Lui è lo spagnolo Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario Cosea, la commissione istituita dal papa nel 2013 per vagliare la gestione finanziaria della Santa Sede, seguace ma non membro dell’Opus Dei. Lei è l’italiana Francesca Immacolata Chaouqui, 32 anni, unico membro laico del Cosea, ex lobbista per Ernst & Young. Dalle stelle alle stalle, angeli degradati in corvi. Ed è bene che sia così» prosegue l’ex parroco di Antrosano, coordinatore di Libera della provincia dell’Aquila «è il risvolto positivo dello scandalo. Nel vangelo (Matteo 18,7) si leggono le parole di Gesù: “Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo”. Forse, per non restare prigionieri del piccolo cortocircuito nel quale vengono triturati personaggi il cui unico torto è quello di svelare i segreti scandalosi, sarebbe opportuno che ci si chiedesse se non sia più vergognoso, e quindi da vituperare e punire, chi pone in essere lo scandalo e non chi lo rivela. Il problema non è il “mettere a tacere”, il “sopire”, il “nascondere”, lo “stendere il pietoso velo”. Bensì il rimuovere, l’estirpare la malattia».

 

«Il Vaticano, cha ai molti sembra essere la “città di Dio” in terra» aggiunge don Aldo «si rivela, purtroppo, uno zoo infernale al cui interno “ci sono anche pappagalli, corvi, gufi e uno scarso numero di pecore”, come dice Alberto Melloni su La Repubblica del 3 novembre. Con parole più dure, un amico, Rosario, in un suo messaggio mi scrive: “C’è un verminaio in Vaticano che si nutre di falsi principi, lontani dalla religione cattolica, ma molto vicini ai progetti di Mammona, mentre Papa Francesco si ritrova a dover procedere nel suo intento di rinnovamento, rischiando anche in prima persona, perché le bande che infestano il Vaticano, laici e religiosi, non conoscono limiti per tutelare loschi interessi”. Si tratta, per lo più, di collaboratori incapaci e insieme arrivisti, interessati a tornaconti personali, senza Fede né Ideali: carrieristi, massoni e piduisti. Noi, per formazione e per esperienza, sappiamo che se vogliamo trovare innocenza e schiettezza, dobbiamo fissare lo sguardo su altre sponde. Fuori dei centri di potere, in quelle periferie dove nascono i sogni e donde vengono le lotte di riscatto e dalle quali viene anche papa Francesco. Da quella periferia ci è venuta, a noi coinquilini del “centro”, la bella figura di san Romero e di Monsignor Casaldaliga, il Vescovo degli Indios, il quale, a proposito di Vaticano, non molto tempo fa scriveva: “all’interno della Chiesa vi è stato e vi sarà sempre un conflitto che in ultima istanza finisce per essere un conflitto di potere. Abbiamo un’eredità di mille anni di potere assoluto nella Chiesa e questi mille anni non possono essere superati tanto facilmente. Ma la dimensione comunitaria si sta conquistando uno spazio, non solo nell’episcopato dei Paesi periferici, ma anche nella Chiesa popolo. Vi è molto meno gerarchismo che anni addietro, vi è una libertà che anni fa non c’era. Il Vaticano come Stato è una cosa che contesto con forza, per amore della Chiesa. Vorrei che non esistesse, così come vorrei che il Papa non fosse un capo di Stato. Altra cosa è il ministero del papa. Ma lo stesso papa ha chiesto di essere aiutato e riformare questo ministero. A volte il centralismo vaticano è il maggior ostacolo ad una certa libertà e pace all’interno della Chiesa Cattolica”».

 

Redazione Avezzano Informa