Attualità 11:30

Un nuovo stop sul restyling del centro città

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AVEZZANO. Dopo anni di silenzio sull'argomento, si apprende dalla stampa di ieri che l'improvviso ed inspiegato stop del Comune di Avezzano ai lavori di riqualificazione del centro-città sia stato dato per permettere agli assessori  Stati e Di Fabio di trovare una soluzione migliore di quella approvata da una commissione di superesperti e dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.

 

Chiunque abbia seguito le strane vicende del progetto di riqualificazione del centro di Avezzano, punto cardine del programma elettorale del sindaco Di Pangrazio, si sarà chiesto almeno una volta come sia possibile che l'amministrazione comunale abbia  impiegato  meno di una giornata per deliberare e rendere esecutivo l'abbattimento di un simbolo storico come l'antico Forno di  Borgo Via Nuova, ignorando la raccolta di firme dei cittadini contrari alla distruzione di un pezzo di storia, e stia invece rimandando da  anni la realizzazione del progetto di riqualificazione del centro, ideato, approvato dalla città e finanziato da oltre tre anni.

 

Risale infatti al 2013 la delibera di giunta con la quale si dava inizio al più ampio progetto di ristrutturazione ed arredo del centro-città mai proposto ad Avezzano, prevedendo la realizzazione di un vero e proprio salotto urbano che avrebbe cambiato il volto alla città.

Era stato ideato e realizzato un concorso nazionale per trovare il progetto migliore, cui avevano preso parte progettisti da tutta Italia, era stata catturata per mesi l'attenzione su Avezzano, impegnando sulla scelta del miglior elaborato una commissione di rilievo nazionale e di riconosciuta competenza, formata dall'Architetto Giovanni Carbonara (Professore Ordinario alla Facolta di Architettura de "La Sapienza") l'Ingegner Mario Centofanti (Professore Ordinario alla Facoltà di Ingegneria dell'Università dell'Aquila) e l'Architetto Claudio  Finarelli, (Funzionario del Ministero dei Beni Culturali alla direzione regionale dei Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Aquila).

 

Erano stati reperiti tutti i finanziamenti necessari all'intero intervento di riqualificazione urbana, coinvolgendo e convincendo la Fondazione Carispaq che aveva apprezzato e condiviso  il progetto per la riqualificazione di Avezzano destinando alla nostra città la notevole somma di  800.000 euro.

 

Ed infine il progetto scelto, la Fontana 7.48 a firma del giovanissimo Ingegnere e Architetto Giancarlo G. Cardone era stato presentato alla città con una cerimonia di premiazione nel Castello Orsini   ed esposto per settimane proprio in piazza Risorgimento dove aveva ottenuto la piena approvazione dei cittadini e delle associazioni di categoria.

Non solo, ma l'elaborato della Fontana 7.48, (nelle foto il progetto e la premiazione)  che con elementi architettonici ed un suggestivo gioco di luci e getti d'acqua avrebbe stigmatizzato per sempre nel cuore della città l'ora in cui fu rasa al suolo dal terremoto del '15, aveva ottenuto anche la non facile approvazione da parte della  Soprintendenza dei Beni Culturali.

 

Insomma, tutto pronto, tutto deciso, tutto approvato da amministrazione e cittadinanza, senza gravare minimamente sul bilancio comunale, e invece di vedere finalmente l'inizio dei lavori, si assiste nuovamente ad un inspiegabile e sconcertante dietro-front del sindaco Di Pangrazio, che ha di fatto bloccato la realizzazione del progetto fontana ed isola pedonale, organizzando un improbabile incontro tra Cardone, l'ennesimo assessore comunale ai Lavori Pubblici e l'ennesimo assessore alla Viabilità di una Giunta comunale che non trova pace, nè uno stabile assetto, indispensabile per amministrare una città.

Il progetto esecutivo era stato consegnato già un anno fa dall'Ingegner Cardone e la Fondazione ha già erogato 43.000 euro per elaborati esecutivi e premiazione dei primi tre classificati del concorso di idee.

 

Eppure non ci sembra  si tratti di un'assenza di potere decisionale o di generosa condivisione delle decisioni con la cittadinanza:  il sindaco ha impiegato meno di un giorno, senza consultare  nessuno, forse neanche il reale proprietario, per abbattere l'antico Forno di Borgo Via Nuova, come mai da quattro anni continua a rimandare le decisioni sull'isola pedonale, sulla fontana di Piazza Risorgimento,  sul Progetto Marsica, sul Masterplan, sul rifacimento di strade e marciapiedi, sul contratto di quartiere, sull'Interporto, progetti più e più volte annunciati alla città ?

 

Ci auguriamo, come ritiene Di Pangrazio, che gli assessori Stati e Di Fabio, ai quali ha infine affidato la decisione sul futuro della riqualificazione del nostro centro città, siano davvero più competenti in materia dell'Architetto Carbonara, dell' Ingegner Centofanti, dell'Architetto Finarelli e della Soprintendenza dei Beni Culturali.

 

Ma soprattutto ci auguriamo che non vengano rispediti al mittente i 250.000 euro ora bloccati e che Avezzano non diventi la barzelletta raccontata nei corridoi delle Università italiane di Architettura per i prossimi 100 anni.

 

 

 

FDF