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Fucino, agricoltori e tecnici lasciati soli sulle malattie da clima dell’insalata

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TRASACCO. Un quadro desolante in cui il servizio pubblico di prevenzione e monitoraggio delle malattie delle piante risulta praticamente assente. Questo è quanto emerso dal convegno scientifico organizzato da Confagricoltura sul virus Iswv.

 

«Senza voler riesumare l’Arssa» osservano dalla confederazione degli agricoltura «occorre rilevare che la ristrutturazione del Dipartimento Agricoltura non ha tenuto in giusta considerazione l’unica area, ad agricoltura intensiva, più importante dell’Abruzzo».

 

Confagricoltura L’Aquila ha richiesto a gran voce, ed ha ottenuto, ad Avezzano l’istituzione della direzione del servizio presidi tecnici a supporto al settore agricolo, ma la sconcertante decisione di prevedere due uffici a Cepagatti ed un ufficio a Scerni, in pratica rende questo servizio una scatola vuota testimoniata, anche, dalla mancata nomina del dirigente responsabile.

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I Funzionari tecnici, quasi tutti marsicani, che si occupavano fino a due anni fa, nel nostro territorio del bollettino fitopatologico, delle analisi agrochimiche, del monitoraggio dei nematodi, del controllo della qualità dei suoli, delle rilevazioni statistiche delle colture, si facevano ininterrottamente dal 1958, del servizio di taratura della barre irroratrici, sono stati trasferiti altrove o ad altri incarichi prevalentemente amministrativi e burocratici. Praticamente smantellata anche la rete delle rilevazioni meteorologiche che ora si avvale di soli tre punti di rilevamento, assolutamente insufficienti per garantire un servizio efficace per aiutare gli agricoltori ed i tecnici a prevenire e controllare le malattie delle piante che dipendono prevalentemente dalle condizioni climatiche.

 

«Sotto questo aspetto, la ristrutturazione è stata, per il Fucino, un vero disastro, per fare un esempio è come se si decidesse di chiudere, dopo Pescina e Tagliacozzo l’ospedale di Avezzano» accusa Fabrizio Lobene, presidente di Confagricoltura L’Aquila. «In Abruzzo» aggiunge «abbiamo la fortuna di avvalerci del dottor Domenico D’Ascenzo, eminente fitopatologo che ci invidiano da tutte le altre Regioni, ma un uomo solo, peraltro senza alcuna continuità, non è sufficiente a garantire un servizio pubblico accettabile ad una agricoltura che, nel territorio, produce oltre 500 milioni di euro di Pil agricolo e 15 mila occupati. Non è possibile lasciare gli agricoltori alla mercede delle case sementiere e delle società che producono e distribuiscono fitofarmaci e concimi».

 

«È altrettanto sconcertante» conclude sconsolato Lobene «che le Università abruzzesi, in primis la facoltà di Bioscienza di Teramo, non si occupino di questi problemi. Confagricoltura per organizzare il convegno è stata costretta a chiamare esperti provenienti dall’estremo nord all’estremo sud dell’Italia».

 

Redazione Avezzano Informa