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Possibile: Il PD e D’Alfonso dicano chiaramente se sono per il sì o il no al referendum trivelle

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ABRUZZO. «A pochi giorni dal voto referendario del 17 aprile non abbiamo ascoltato né letto parole chiare dal segretario regionale del Pd, maggiore partito di governo della regione; né dallo stesso presidente della Regione Abruzzo». Così, in una nota, il comitato aquilano di Possibile in merito al referendum di domenica sulle trivellazioni entro le 12 miglia dalle coste italiane.

 

«Si sono basati su Ombrina, che non è stato affatto fermato: è solo un permesso sospeso, cosa ben diversa. Ebbene» incalzano dal partito fondato da Pippo Civati «escano da questa sorta di ignavia democratica e dicano chiaramente se sono per il sì o per il no al referendum. Chiediamo un confronto pubblico in settimana, su questo tema, basta giochetti e posizioni ambigue, entriamo nel merito».

 

«Non può essere una posizione quella dell’astensione o della libertà di voto, ci mancherebbe pure il contrario. Tanto più da un partito che si dica democratico. Ebbene» si legge ancora nella nota «quale espressione di democrazia conosciamo, maggiore di quella di esprimere il proprio voto? Oggi invece siamo di fronte ad un presidente del consiglio, nonché segretario nazionale del Pd, che invita bellamente all’astensione e si augura anzi “che fallisca”; a livello locale soltanto timide posizioni di libertà. E non è vero che il Pd ha fatto escludere sei quesiti referendari su sette: primo perché erano sei i quesiti; secondo perché due degli altre quesiti la Corte Costituzionale ha rigettato il conflitto di competenza per un cavillo burocratico, non di merito. Vogliamo sapere, invece, se il Pd regionale è favorevole o contrario nel referendum sulle trivellazioni. Se vuole smarcarsi dalla posizione del Pd nazionale, il segretario regionale lo faccia, ma chiaramente e senza il solito vuoto politichese. Siamo pronti in qualsiasi momento ad un confronto pubblico, che chiediamo ed auspichiamo, entriamo nel merito della questione, facendo la necessaria chiarezza».

 

«Quanto alla posizione di Luciano D’Alfonso» concludono dal comitato aquilano di Possibile «è stata ed è ancora più incredibile: dopo aver promosso insieme a Michele Emiliano ed altre otto Regioni i referendum, non solo si è sfilato, rompendo quel fronte, ma ha schierato l’Abruzzo contro, addirittura. Scivolando nel totale silenzio sul tema. Basandosi su cosa? Sul fatto che secondo lui Ombrina non esiste più. Dispiace, invece, visto che non è vero: il permesso per Ombrina è solo sospeso e non rigettato, come avrebbe invece dovuto fare il Ministero. Sospeso. E poi ci sono altre prospezioni anche lungo la nostra costa: per Rospo mare per esempio, dove potranno esserci ulteriori quattro pozzi. Ma non può essere una questione locale, è evidente. Allora il presidente della Regione segua, semmai, l’esempio del presidente della Puglia, che ha detto chiaro e tondo a Renzi che sta mentendo sul referendum. Sia chiaro anche lui e dica se è per il sì o per il no».

 

Redazione Avezzano Informa