Lavoro 06:00

Il Vulcano si riaccende ma è vietato cantare vittoria

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I lavoratori fanno ripartire la produzione alla Vesuvius in attesa delle valutazioni che la Società maturerà nell’arco di tre mesi, il prossimo 4 luglio un nuovo tavolo ministeriale romano al Mise.

 

Fine dell’occupazione dunque alla fabbrica del nucleo industriale di Avezzano dopo l’incontro tra le parti di venerdi scorso all’Aquila nella sede della Giunta Regionale. Ristabilito l’accesso al magazzino dal quale sono già partiti i camion con le manifatture già pronte da tempo, gli operai “vesuvini” riaccendono il Vulcano e tornano a produrre come atto di buona volontà e disponibilità per scongiurare il rischio aziendale per i diversi clienti.

 

L’azienda si è impegnata a mettere a disposizione dei lavoratori una somma di 800 euro lordi divisa in quattro rate da 200 pagate il 15 e il 27 giugno e il 15 e 27 luglio.

 

Di sicuro una boccata d’ossigeno per le tasche e le famiglie dei lavoratori che però non può indurre a cantare vittoria. Il rischio chiusura ancora esiste perché alla scadenza dei tre mesi chiesti dall’azienda tutto potrebbe tornare come un mese fa. Nulla è scontato, alla fine dell’estate gli 83 dipendenti potrebbero svegliarsi una mattina, andare in fabbrica e trovare catene e lucchetti ai cancelli d’ingresso.

 

La proprietà dell’azienda potrebbe benissimo decidere di spegnere il Vulcano, da qui l’appello agli attori politici, sindacali e imprenditoriali del territorio a non abbassare il livello di attenzione sul destino di una delle poche realtà ancora in piedi nel martoriato nucleo industriale della Marsica.  

 

Direttore  


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