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I ricercatori abruzzesi rispondono a Confagricoltura: “Basta populismo, aiutino a trovare soluzioni”

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AVEZZANO. «Il presidente di Confagricoltura farebbe bene a tacere sulla questione dei Centri di ricerca regionali dal momento che dimostra di non conoscere cosa fanno gli stessi, nonostante i molti lavori pubblicati su riviste scientifiche internazionali e nazionali e presentati a convegni, i brevetti registrati, e non da ultimo le numerose collaborazioni con imprese abruzzesi e nazionali». È questa la risposta dei dipendenti dei Centri di ricerca abruzzesi al presidente di Confagricoltura Concezio Gasbarro, il quale aveva sostenuto che fosse arrivato il momento di dire basta alla “facile richiesta di diventare dipendenti pubblici” in quanto “i contribuenti abruzzesi e gli imprenditori sono scocciati di pagare addizionali elevatissime per sostenere aiuti a pioggia senza ritorno”.

 

«Continua a farneticare cose assurde invece di spronare la politica a risolvere i problemi» attaccano ancora i ricercatori «piuttosto, perché non critica le misure messe in atto per Abruzzo Engineering? E perché il governo regionale si sbraccia per rispondere in tempo reale alle critiche mosse verso questa società e tace per ciò che si dice nei confronti dei Centri regionali di ricerca? Sarà forse perché noi non abbiamo una paternità politica in quanto siamo stati istituiti con una legge regionale e non per mezzo di un provvedimento di giunta».

 

«Ma neanche al governo regionale interessa conoscere la qualità del lavoro svolto dai Centri di ricerca e le loro potenzialità viste le professionalità delle persone nominate a gestire il destino dei Centri! In ogni caso ricordiamo a Confagricoltura» vanno avanti i dipendenti di Crab, Cotir e Crivea «che è un preciso dovere del governo e della politica regionale trovare una soluzione al problema dei Centri di ricerca, come hanno fatto e stanno facendo per altre società partecipate. Confagricoltura non sa che la Regione Abruzzo si ritrova il patrimonio dei CRR grazie ad una legge nazionale che ha obbligato la stessa, pena la decadenza del contributo, ad istituire i Centri di ricerca e ad impegnarsi a finanziarne anche il funzionamento dato che gli stessi per statuto sono tenuti a fare ricerca pubblica e diffusibile e non possono avere finalità di lucro».

 

«Oltretutto» concludono infine «la stessa Confagricoltura riconosce l’esigenza di “ricerca” a supporto del mondo agricolo salvo poi la pretesa di chiudere le strutture presenti nella nostra regione per rivolgersi all’esterno. Allora invece di fare del populismo, Confagricoltura aiuti a trovare soluzioni per integrare in maniera decisiva l’attività dei centri a supporto dell’agricoltura regionale rendendosi conto delle capacità e delle potenzialità dei Centri regionali di ricerca».

 

Redazione Avezzano Informa