Cronaca 17:20

Lettera aperta "Sulla asfaltatura della strada dei Prati d'Angro"

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L’Associazione di promozione sociale D.F.P. di Villavallelonga rompe il silenzio sulla già troppa chiacchierata questione dell'asfaltatura dei prati d'Angro ed esprime la sua amarezza in una lettera aperta.
Da anni la loro attenzione è tutta rivolta alla tutela delle risorse naturali (a nostro parere l’unica ricchezza per il Paese), alla sensibilizzazione dei cittadini e alla denuncia di ogni forma di abuso commesso sul territorio.
Con cognizione di causa allora decidono di pubblicare considerazioni e domande su una vicenda che non appare ancora limpida: Quali sono i benefici attesi per la popolazione residente e per il territorio derivanti dalla strada?
Per ora, i costi sostenuti per la realizzazione, 500.000 euro reperiti a titolo di debito da rimborsare in più di 20 anni e non a titolo di finanziamenti ricevuti), sono una spesa troppo grande per la popolazione, come si pensa di rimborsarla? E nel caso venisse ordinato il ripristino della situazione originaria, tutte le spese legali e i risarcimenti alle parti civili opposte rischierebbero di moltiplicare la spesa.
Dopo le domande lecite sui costi, una questione spinosa è quella del fine: come può una strada che conduce ad un “santuario naturale” favorire l’occupazione e contrastare lo spopolamento del Paese?  Forse si potevano solo sistemare i tratti maggiormente dissestati, spendendo sicuramente di meno.

Forse una soluzione si sarebbe trovata informando la popolazione prima della realizzazione della strada, magari con un pubblico comizio. Cosa che non è stata fatta, e tante associazioni ambientaliste della zona si ritrovano ad essere contrarie e contrariate senza che le loro motivazioni siano state ascoltate. Questa lettera aperta cita direttamente la democrazia, e invoca ormai tardi un coinvolgimento attivo dei cittadini che non sono stati informati della scelta di sobbarcarsi tale spesa.
La predetta cifra non poteva essere impiegata in altri progetti di investimento, magari concentrati sul centro storico del Paese oppure scelti insieme alla popolazione in base ai bisogni e alle esigenze collettive?
Le loro domande sono così, incalzanti, desiderose di risposte, permeate di indignazione per una cosa che dovrebbe essere a cuore a tutti: l'ambiente. E la sua tutela sembra contrastare con l'asfalto.
L'asfalto è infatti contrastante con quelle politiche di conservazione e protezione delle ricchezze ambientali, come quella portata avanti dal botanico Loreto Grande (e al quale precedenti Amministrazioni Comunali hanno intitolato negli anni 80 un Giardino Botanico e da ultimo una Fondazione).
C'è poi un'importante richiesta in ballo che rischia di naufragare, quella della candidatura all'Unesco per la faggeta antichissima della Val Cervara.
E ancora: la legge regionale 3/2014 (articolo 45) prevede la chiusura della strada. Sono stati spesi 500.000euro per asfaltare una strada che dovrà comunque restare chiusa al traffico.
La paura è che tutta questa storia possa essere anche un danno di immagine e di reputazione causato al paese, con foto che circolano liberamente nel web.

Tanto ormai il danno ambientale è stato fatto: l’asfalto è ricavato con il petrolio quindi non basterà semplicemente cambiare colore alla strada per trasformarlo in materiale ecologico..
Villavallelonga insieme a Gioia e Lecce dei Marsi, è stato tra i primi, nel lontano 1922, ad concedere in affitto i propri boschi dando origine al Parco Nazionale d’Abruzzo, il più antico d’Italia. Alcuni paventano la folle idea di uscire dal Parco, mentre i Paesi limitrofi farebbero di tutto per entrarvi per beneficiare così del sistema di valori conosciuto a livello internazionale, dei canoni di affitto dei boschi e dei finanziamenti europei previsti  a sostegno della Rete Natura 2000.
L'associazione chiede ora il dialogo, per cercare una collaborazione con l’Ente nell’interesse collettivo, sfruttando al massimo la notorietà internazionale del suo marchio, senza appiattire le voci dei più deboli.
L'associazione di promozione sociale non rivendica niente, ricorda solo di aver lavorato sempre per il bene del paese. Ha cancellato scritte sulle pietre, cercato di impedire che le volpi venissero uccise, cercato di contrastare il randagismo, ristrutturato i locali che ospitano l’attuale Biblioteca Comunale, organizzato numerosi eventi e attività a sostegno del turismo.
Con una domanda amara finisce la lettera, una domanda retorica:
Questo non significa voler bene al Paese?
Redazione AvezzanoInforma


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