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Acqua inquinata, vietato l'uso per irrigare i campi: “L’ordinaria follia della depurazione”

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MARSICA. «La politica che pensa a se stessa e non decide è contro i cittadini, le imprese e contro l’economia abruzzese. La questione della depurazione delle acque lungo la costa che ha danneggiato notevolmente la stagione turistica estiva ora rischia di danneggiare anche l’economia agricola del Fucino». Questa la posizione di Confagricoltura L’Aquila sulla nuova ordinanza firmata dal vicesindaco di Avezzano, Ferdinando Boccia, che impedisce temporaneamente agli agricoltori di utilizzare le acque a scopi irrigui per un inquinamento batteriologico.

 

«Nessun accertamento viene fatto sull’effettiva pericolosità delle componenti inquinanti sulla salute umana, si chiude e basta. Decisioni burocratiche da parte di un sindaco burocrate che, per carità di patria, non firma l’ordinanza delegando il suo vice» l’aspro commento di Fabrizio Lobene, presidente di Confagricoltura L’Aquila e rappresentante dell’Azienda Agricola F.lli Cambise che, con i suoi 160 dipendenti, è una delle più grandi esistenti nel Fucino. «Il provvedimento» va avanti Lobene «ordina all’Arap, al Cam e al Consorzio di Bonifica di eliminare la situazione di accertato inquinamento. Come dire che il sindaco e il vicesindaco di Avezzano ordinano a se stessi di agire visto che sono, come riporta il sito internet del Consorzio Acquedottistico, rispettivamente presidente e consigliere al consiglio di sorveglianza del Cam, cioè l’organo politico che dovrebbe sorvegliare l’operato del consiglio di gestione anche in ordine all’iter procedurale per le competenze sulla gestione del depuratore del nucleo industriale».

«Questo» chiosa il presidente di Confagricoltura L’Aquila «è l’aspetto grave di questa burocratica ordinanza, si interviene tardi e con divieti al posto di agire, su problemi conosciuti e annosi, per far funzionare le cose. Ma il sindaco di Avezzano è lo stesso che il 28 marzo 2014 negò agli agricoltori piazza della Repubblica e non si fece vedere alla manifestazione di protesta che mobilitò oltre 300 agricoltori e 100 trattori per dire basta all’inquinamento delle acque nel Fucino e che chiedevano l’apertura del depuratore che avrebbe servito, male, la sua città».

 

«Gli agricoltori ora si affidano all’azione del Consorzio di Bonifica che dovrebbe tutelare gli interessi dei consorziati» concludono dalla Confederazione degli agricoltori «magari chiedendo un parere legale all’avvocato Pierluigi Oddi, appena nominato consulente legale del presidente, sulle azioni di responsabilità da esercitare nei confronti di tutti gli amministratori pubblici, e sono tanti e in tanti Enti che, a causa della loro inerzia, stanno causando danni enormi all’ambiente, all’immagine del Fucino e agli agricoltori».

 

Redazione Avezzano Informa