Attualità 12:40

La denuncia di Confagricoltura Abruzzo: “La Regione mette di nuovo all’angolo il mondo agricolo”

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ABRUZZO. Adottate, con la deliberazione di Giunta Regionale 877/2016, “Misure generali di conservazione per la tutela dei siti della Rete Natura 2000 della regione Abruzzo”. «La Rete Natura 2000, costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS) e da Siti di Interesse Comunitario (SIC), questi da trasformarsi in Zone Speciali di Conservazione (ZSC)» fanno sapere da Confagricoltura Abruzzo «nasce per la salvaguardia degli habitat e delle specie individuate come oggetto di conservazione. Nella nostra Regione ci sono 54 SIC e 5 ZPS in pratica tutte le riserve, i parchi nazionali e regionali e buona parte delle aree contigue agli stessi. In pratica ben oltre il 40% del territorio regionale soggiace a vincoli di diversa natura».

 

«Il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020» aggiungono poi «considera, a ragione, la salvaguardia della biodiversità in Abruzzo elemento fondamentale per la tutela del territorio che mostra una condizione generale migliore rispetto ad altre regioni confinanti e rispetto al dato nazionale».

 

«Purtroppo all’interno del PSR» afferma Concezio Gasbarro, presidente di Confagricoltura Abruzzo «non ritroviamo adeguati indirizzi e incentivi economici per preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla selvicoltura. Con la scorsa programmazione la Regione ha finanziato i Piani di Gestione dei SIC, ma oggi nessuno comprende per quale ragione l’iter di approvazione è fermo da oltre due anni. In questi piani dovrebbero essere definiti gli indirizzi di conduzione agronomica e forestale ma anche i necessari riscontri finanziari in caso di limitazioni alle attività economiche e agroforestali. Senza la loro approvazione la situazione dei territori rimane imbalsamata».

 

Con la DGR 877/2016, comunicano inoltre dal sodalizio agricolo, la situazione peggiora perché si fissano nuovi ed ulteriori vincoli, peraltro spesso senza alcun conforto tecnico-scientifico e si interviene anche nella modifica di norme che sono di competenza del Consiglio Regionale.

 

«Davvero una brutta pagina» chiosa poi Gasbarro «per questo sosteniamo di essere di nuovo messi all’angolo dalle scelte del Governo regionale. In tutta evidenza va anche rimarcato come le disposizioni adottate rischiano di determinare gravi danni al mondo degli allevatori in quanto gli indici di carico dei pascoli sono differenti rispetto a quelli per i quali il Settore Agricoltura ha definito intese con AGEA per i pagamenti della PAC, mentre per la selvicoltura con le datazioni temporali imposte di fatto non si consente l’esercizio delle attività boschive».

 

A difesa delle aziende agricole e forestali associate a Confagricoltura Abruzzo, che rischiano la chiusura per gli effetti delle disposizioni regionali, l’associazione ha chiesto, unitamente alle altre OOPPAA, il ritiro in autotutela del provvedimento che quantunque opportuno necessita di una condivisione di merito; siamo quindi pronti per riaprire un confronto con gli uffici interessati ma soprattutto per chiedere al presidente D’Alfonso e agli assessori Di Matteo e Pepe un concreto impegno ad adoperarsi nella tutela degli interessi collettivi per non lasciare in mano ai sacerdoti dell’ambientalismo metropolitano pezzi di territorio mummificati da scelte pauperistiche che concorreranno ad aggravare lo spopolamento dei centri montani.

 

Redazione Avezzano Informa