Politica 15:48

Tagliacozzo, post consiglio comunale infuocato: dopo scambi di accuse interviene il Prefetto

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La discussione sul futuro del punto di primo intervento a Tagliacozzo continua ad agitare le acque della politica, tra una maggioranza ed un’opposizione ferme su posizioni ormai notoriamente opposte. Al centro delle polemiche la decisione del presidente del consiglio comunale Anna Mastroddi di non iscrivere l’argomento “Discussione sulle recenti disposizioni della Regione Abruzzo concernenti la chiusura dei Punti di Primo Intervento regionali” tra i punti all’ordine del giorno del consiglio comunale richiesto dalle opposizioni il 3 febbraio scorso. In seguito ai comunicati stampa da parte dei consiglieri di monoranza (Vincenzo Montelisciani e Romana Rubeo di ‘Tagliacozzo Unita’; Maurizio Di Marco Testa e Angelo Poggiogalle de ‘Il Paese che Vorrei’) e del sindaco Vincenzo Giovagnorio per ribadire la legittimità delle rispettive visioni sulla vicenda (leggi notizie collegate), giunge a chiarire la situazione l’intervento della Prefettura di L’Aquila, riportato in parte di seguito ed integralmente in allegato: 


“[…] Al riguardo – si legge nella nota del Prefetto - si fa presente che in presenza di una richiesta di convocazione avanzata dai consiglieri comunali ai sensi dell’art.39, sussiste l’obbligo da parte del Sindaco e/o Presidente del Consiglio comunale di procedere alla convocazione dell’organo assembleare per la trattazione specifica delle questioni richieste. Spetta infatti al Consiglio comunale, nella sua totalità, la verifica circa l’ammissibilità delle questioni da trattare, e se un dato argomento inserito nell’ordine del giorno debba o meno essere discusso […]. Ciò premesso si invita a fornire al riguardo le proprie valutazioni e a provvedere con tempestività ad una nuova convocazione del Consiglio per la trattazione del punto di discussione non inserito nella seduta del 3 febbraio (chiusura dei P.P.I. regionali), significando che nella negativa si provvederà d’ufficio, ai sensi del 5° comma del su citato articolo 39 TUEL”.


Queste le parole di Montelisciani dopo aver ricevuto la nota del Prefetto: “La Prefettura de L'Aquila ha dichiarato illegittima l'estromissione del punto all'ordine del giorno sui provvedimenti che stabiliscono la chiusura dei Punti di Primo Intervento regionali (compreso quello di Tagliacozzo) decisi dalla Giunta D'Alfonso. Smentendo le false argomentazioni dei giorni scorsi (ricordo che il Sindaco aveva parlato di ‘inammissibilità tecnica’), il Presidente del Consiglio Comunale e il Sindaco dovranno convocare di nuovo e in tempi rapidi una nuova seduta pubblica per discutere nel merito della situazione del nostro ex Pronto Soccorso”.


“È una buona notizia – continua il consigliere a nome delle opposizioni - perché con questo atto il Prefetto ripristina la piena agibilità democratica del nostro comune; una buona notizia che però lascia l'amaro in bocca, perché mai prima d'ora si era verificata una situazione tanto grave da costringere il Prefetto ad agire per garantire il diritto delle opposizioni di fare proposte ed assistere a discussioni complete e trasparenti nella massima Assemblea cittadina. Chiediamo che venga immediatamente convocata la Conferenza dei Capigruppo per decidere, in maniera coordinata tra maggioranza e opposizioni, tempi e modi di convocazione del Consiglio”.


“Chiederemo che vengano stabiliti una data ed un orario che consentano alla gran parte dei cittadini di assistere alla discussione – aggiunge Montelisciani - e non accetteremo che la maggioranza imponga, come ha già fatto, orari improbabili per impedire ai cittadini di partecipare. In caso contrario ciascuno sarà legittimato a pensare che il sindaco abbia qualcosa da nascondere all'opinione pubblica. Domanderemo anche al presidente del consiglio comunale Anna Mastroddi le ragioni della scelta illegittima di impedire la discussione nell'ultimo consiglio: ricordiamo che la presidenza del consiglio dovrebbe essere un organo di garanzia imparziale e non dovrebbe mettersi ad esclusivo servizio del sindaco. Questo è ancor più grave – conclude - quando si assumono decisioni lesive dei diritti di chi, come in questo caso le opposizioni, rappresenta i due terzi della cittadinanza”. 

 

Idia Pelliccia