Politica 22:05

Gianni Di Pangrazio si ricandida: «Avezzano agli avezzanesi, no al “buco nero” che da fuori pensa di riconquistarla»

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La campagna elettorale di Gianni Di Pangrazio riparte dal Castello Orsini. L’occasione è la presentazione dell’opuscolo di 34 pagine nel quale il sindaco elenca “Le Cose Fatte 2012-2016”, il consuntivo dei cinque anni alla guida dell’Amministrazione di Avezzano.

 

Di Pangrazio chiama a raccolta i suoi e riempie la sala del maniero installando anche un maxischermo sul piazzale esterno. In sala diversi politici per tutti i gusti con Giovanni Lolli, Camillo D’Alessandro e Giuseppe Di Pangrazio a rappresentare il Pd regionale. Presentatore della convention Gino Milano che invita il sindaco a salire sul palco ad ascoltare le testimonianze di una imprenditrice del sociale, di Stefano Guarracini, di un rappresentante dei Vigili del Fuoco, dell’Ufficio Teatro, del presidente della Pro Loco Ilio Leonio che chiede a gran voce «lavoro, lavoro, lavoro», di un giovane che ha usufruito del Microcredito, di padre Orante della Pietraquaria.

 

La benedizione per Gianni Di Pangrazio arriva però da Luciano D’Alfonso. Il presidente della Regione promette di parlare poco ed elenca quello che il governo regionale ha messo in campo per Avezzano in 31 mesi, probabilmente quel “ristoro” per aver depennato la Marsica dai cosiddetti “aiuti di Stato”: «Presto saranno pronti i 5 milioni di euro per il Parco Torlonia. Nel Masterplan ci sono 50 milioni veri per l’approvvigionamento idrico al servizio dell’agricoltura della Marsica, adesso però fatelo. I 500mila euro per la Cattedrale dei Marsi, 1 milione di euro per il dissesto. 80 milioni di euro per il nuovo ospedale di Avezzano, adesso fatelo e facciamolo bene. La ciclovia della Marsica, il sostegno nella battaglia sul Tribunale di Avezzano, il Progetto Marsica».

 

Poi Gino Milano lancia «i magnifici 7 tra le cose fatte» e chiama «il maestro competente» e cioè Gianni Di Pangrazio a parlare di lavoro, scuola, ambiente, sociale, sicurezza, cultura e sport. Appunto, i magnifici sette. Il sindaco accetta di buon grado ed elenca “le cose fatte” che sono nell’opuscolo, poi si tuffa nella campagna elettorale per le prossime amministrative: «Siamo partiti da una città anonima, prima ai sindaci di Avezzano venivano dati ordini da fuori, adesso abbiamo riconquistato la città e la Marsica. Per la prima volta la presidenza di Aciam, Cam, Patto Territoriale, Gal, Consorzio di Bonifica hanno nelle figure apicali persone di Avezzano».

 

È l’avezzanesità il motivo su cui torna spesso Di Pangrazio nel suo intervento: «Devo però dire che c’è un “buco nero” con gente di fuori che pensa di riconquistare la città strumentalizzando un candidato. Mettono un pupazzo teleguidato da fuori e alloro io dico che Avezzano è degli avezzanesi, quelli di fuori, quelli di Sulmona, rimangano a casa loro. Il disegno di tenere sotto schiaffo la città lo vedo ma con me non passeranno».

 

Per il futuro prossimo, Gianni Di Pangrazio punta alla riduzione delle tasse e lancia due idee: «Un polo culturale negli edifici delle Corradini-Fermi con nuove imprese e attività per innalzare la cultura con l’innovazione. Ad Avezzano piove ed è freddo, per vivere sempre il centro della città realizzeremo una galleria coperta».

 

Quindi lo slogan di inizio campagna da candidato sindaco: «Prima di tutto Avezzano!» e la chiusura per scaldare i sostenitori: «Viva Avezzano, viva la Marsica, viva l’Abruzzo, viva l’Italia».

 

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