Politica 22:35

Campagna elettorale chiusa: Di Pangrazio o De Angelis, «avezzanesità» o «cambiamento»

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Ci siamo, tra 48 ore o poco più Avezzano e la Marsica sapranno chi tra Gianni Di Pangrazio e Gabriele De Angelis vincerà il ballottaggio e sarà sindaco. I contendenti chiudono la lunga campagna elettorale dal palco di Piazza Risorgimento marcando ancora una volta le profonde differenze tra due persone diverse in tutto, tra due coalizioni, tra due modi diversi di vedere il futuro della città. Diverse anche nei colori e nella colonna sonora che chiudono il comizio: sfumature di verde e “La vita è adesso” di Baglioni per Di Pangrazio, bianco e blu con “Beautiful day” degli U2 per De Angelis.

 

Parla prima Di Pangrazio e poi De Angelis, la piazza si riempie in egual misura dei sostenitori ma non sfugge una sorta di “terra di mezzo” dove si raccolgono curiosi, interessati, gente comune, messaggeri delle due coalizioni che ascoltano attentamente tutti e due gli interventi.

 

DI PANGRAZIO – Il sindaco uscente sceglie da subito l’utilizzo del “cannone” per sparare alzo zero verso colui che chiama sì «caro assessore» ma al di là del “caro” di circostanza le bordate sono tremende: «De Angelis, quello stage, quell’esame che hai fatto con me al Comune non l’hai superato. Hai fatto una campagna elettorale per la quale non so dove hai preso i soldi ma so che sei bravo nella finanza creativa. Dici dei soldi spesi per lo staff del sindaco e hai firmato anche tu quella delibera: vergogna! Stai con Piccone, Tedeschi, Gerosolimo e la Pelino, portali qui sul palco se hai coraggio, non andare a passeggiarci a via Rosselli, non ti nascondere. Fai una vita a tradire le persone con cui ti allei: bravo! Bisogna vergognarsi quando si sputa nel piatto dove si vive».

 

E quindi gli slogan che hanno caratterizzato tutta la campagna elettorale di Di Pangrazio: «Abbiamo ridato ad Avezzano il ruolo di capoluogo della Marsica a testa alta, abbiamo ripreso per i capelli una città morta per i dieci anni della precedente Amministrazione e le abbiamo ridato la centralità che merita. Noi siamo i Marsi, noi non facciamo venire nessuno, noi siamo liberi e indipendenti. Noi siamo Avezzano, altro che le prediche di Mara Carfagna. Abbiamo già vinto, il 25 sera vi invito tutti alla nostra festa, la festa della città di Avezzano».

 

DE ANGELIS – L’ospite che apre il comizio di De Angelis è l’onorevole Mara Carfagna di Forza Italia e non fa la predica, con la sua personalissima eleganza spara pure lei alzo zero ma contro il Partito Democratico nazionale e regionale: «Persone che hanno la logica del potere per il potere». Gabriele De Angelis parte togliendosi subito il sassolino dalla scarpa: «Io traditore? Io sono l’assessore tradito da un’Amministrazione e da un sindaco che a un certo punto non mi sono più  appartenuti per i loro modi di fare. Non rispondo oltre agli insulti, non è il mio e il nostro stile anche perché non abbiamo tempo da perdere con gli insulti, noi siamo una squadra di belle persone che si offrono alla città, siamo impegnati a vincere la battaglia». Poi l’appello agli elettori avezzanesi di buona volontà: «Tra 48 ore c’è un’occasione straordinaria di cambiamento, siamo a un passo dal traguardo e dobbiamo concludere un percorso perché abbiamo cose importanti da fare per la città. I sindaci amati vincono al primo turno con un largo consenso, i cittadini di Avezzano non hanno premiato l’uscente che ha preso 1400 voti in meno delle sue liste. Adesso bisogna scegliere bene: cambiamento o altri 5 anni dei fratelli Di Pangrazio?». Da ultimo il pensiero ai candidati sindaco Casciere, Eligi, D’Andrea e Di Matteo: «Gli rivolgo un saluto personale e l’apprezzamento perché ci hanno messo la faccia e meritano la nostra stima. Abbiamo recepito diversi punti dei loro programmi perché noi siamo inclusivi verso le buone idee di ognuno».

 

Ultime bordate da Piazza Risorgimento per una campagna elettorale che è di fatto chiusa: adesso la responsabilità è nelle mani degli avezzanesi, domenica devono scegliere il sindaco tra Gianni Di Pangrazio e Gabriele De Angelis. Due persone diverse in tutto, perfino nel modo di indossare la cravatta.

 

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