Lavoro 09:20

Vertenza Olicar. Niente accordo in Prefettura

I sindacati confermano lo stato di agitazione


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AVEZZANO – Nemmeno una trattativa fiume nella Prefettura dell’Aquila è riuscita a riportare il sereno nella vicenda dei lavoratori Olicar, oltre cento dipendenti della società che gestisce manutenzioni e servizi tecnici negli ospedali della Asl Avezzano, Sulmona, L’Aquila e che rischiano di prendere tutti gli stipendi fino a dicembre prossimo in grave ritardo e la tredicesima addirittura dopo la metà di Gennaio 2018.

Le associazioni sindacali di categoria, dopo aver inutilmente provato a dialogare con la società Olicar Gestione, subentrata a Marzo 2017 alla Olicar Spa che ora ha addirittura chiesto un concordato al Tribunale di Asti, hanno proclamato lo stato di agitazione e chiesto al Prefetto un suo intervento per cercare di dirimere la situazione.

Il Prefetto dell’Aquila, quindi, ha subito convocato le parti e per tuta la giornata di oggi, lunedì 9 ottobre, ha cercato di mediare fra i sindacati, la società e la Asl che è l’azienda committente della Olicar Gestione.

L’azienda ha confermato gli impegni a pagare gli stipendi entro il  15 di ogni mese e ad adoperarsi per la tredicesima entro metà gennaio 2018 e altresì affermato l’intenzione di volersi adoperare, unitamente ala Asl 1, per la tutela della sicurezza sul lavoro. La stessa Asl, rappresentata dal Dg Tordera, si è detta impegnata a tutelare la stessa azienda sanitaria ed i lavoratori e, pertanto, ha annunciato di essere impegnata a pubblicare un nuovo bando per l’appalto dei servizi considerato che il presente appalto scadrà a gennaio 2018 e non sarà prorogato.

I sindacati, invece, nonostante una pausa di qualche minuto proprio per discutere la vicenda, hanno rifiutato questo tipo di impostazione e confermato lo stato di agitazione assicurando il pieno rispetto della normativa sulle astensioni dal lavoro nelle strutture sanitarie e di pubblica utilità.

Insomma, la quadratura è davvero difficile per questa centuria di lavoratori per i quali il sereno sembra molto lontano da venire. E con loro per i tanti pazienti che dal loro lavoro dipendono.

 

Pierluigi Palladini


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