Attualità 15:52

"In cammino nelle Terre Mutate": la proiezione arriva ad Avezzano

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Da metà gennaio, in Italia, è partita la proiezione del reportage di viaggio girato nel corso della Lunga Marcia nelle Terre del Sisma, oltre 200 km percorsi a piedi nell’immenso cratere sismico da Fabriano a L’Aquila, nell’estate 2017. Si tratta di un documentario, realizzato da Francesco D’Amore e Raffaele Pugliese, che racconta le storie di chi il terremoto lo ha subito e delle tante persone che stanno faticosamente lottando per ricominciare una vita nelle Terre Mutate. Adesso la proiezione fa tappa ad Avezzano.

 

Finalmente, venerdì 9 marzo alle ore 18.00 sarà possibile vedere “In cammino nelle terre mutate” presso il caffè letterario Vieniviaconme.

 

Cinquanta minuti per un reportage su chi ha camminato per 11 giorni raccogliendo le storie di chi ha subito il terremoto. La serata con aperitivo ha un costo di 8 euro e l’incasso sarà parzialmente devoluto a favore del progetto.

 

La Lunga Marcia di 11 giorni da "evento" vuole diventare un "Cammino nelle Terre Mutate", un percorso escursionistico a disposizione di tutti gli appassionati di trekking. Si tratta di un progetto concreto che si pone come obiettivo quello di favorire il ritorno di un turismo lento nei comuni duramente colpiti dagli ultimi terremoti del centro Italia, attraverso i sentieri escursionistici e ciclabili di due importanti Parchi Nazionali.

 

L’idea è quella di contribuire a favorire un rilancio economico e sociale. Il trekking è nato quando l’associazione Movimento Tellurico – trekking, ecologia e solidarietà (affiliata a FederTrek) si è impegnata prima “Lunga Marcia per L’Aquila”, una camminata solidale che dal 30 Giugno al 5 Luglio 2012 ha condotto più di 50 persone da Roma a L’Aquila. Intento della Lunga Marcia era di sollecitare la ricostruzione del capoluogo abruzzese, prima che “insieme ai muri si sgretolino anche i rapporti umani, le relazioni, le passeggiate per il corso, tutto ciò che è una città…”. Poi, altri eventi sismici, altre alluvioni, e la forte urgenza di favorire il ritorno a un turismo lento e attento.

 

Ludovica Salera