Attualità 19:18

Il grido di allarme di Confesercenti Abruzzo: “Fateci riaprire. In sicurezza, ma fateci riaprire”

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PESCARA. Il grido di allarme di Confesercenti Abruzzo all’indomani delle annunciate nuove disposizioni governative in materia di riapertura delle attività produttive.

 

“Fateci riaprire. Subito, in sicurezza, ma fateci riaprire”. Lo chiedono i vertici di Confesercenti Abruzzo, associazione che rappresenta migliaia di imprese del commercio, della ristorazione, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, in una nota scritta a tutti i parlamentari abruzzesi ed al presidente della Regione.

 

“Le nostre imprese sono state fra le prime a dover chiudere, anche prima che diventasse obbligatorio farlo - spiegano il presidente regionale Daniele Erasmi ed il direttore Lido Legnini - e non possono assolutamente essere le ultime a riaprire. Sul commercio urbano ci aspettavamo più coraggio, come anche sulla ristorazione e sui bar che da settimane ormai sono pronti a modificare radicalmente le proprie procedure quotidiane pur di riaprire.

 

E poi ancora i mercati, gli hotel, la stagione balneare, l’artigianato dei servizi alla persona: non è immaginabile che siano proprio i più piccoli a pagare il prezzo più alto, nonostante siano le attività che strutturalmente sono le più flessibili, elastiche, le più capaci di adattarsi alle nuove norme.

 

Il caos di Dpcm, ordinanze regionali, ordinanze comunali, sta creando confusione e sconforto, che si aggiungono alla consapevolezza che i ritardi nella erogazione delle casse integrazioni in Abruzzo renderà ancora più gelida la ripresa dei consumi. C’è bisogno di un cambio radicale di passo, perché i nostri settori non sono assolutamente in grado di reggere un altro mese a incasso zero.

 

Altre regioni limitrofe hanno anche messo in campo strumenti diversi per la liquidità delle imprese, e anche in Abruzzo occorrono misure più forti, contributi a fondo perduto, tagli netti delle tasse locali: ma ora diventa indispensabile che ognuno faccia il proprio dovere fino in fondo perché si riapra subito, e perché oltre 100.000 famiglie abruzzesi non vivano nella più cupa angoscia le prossime settimane”.