Cronaca

Il fratello di Senada: "Sapevamo di cosa sarebbe stato capace"

Il fratello di Senada: "Sapevamo di cosa sarebbe stato capace"


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AVEZZANO. L’aria è cupa e c’è un via vai di gente che porta l’ultimo saluto a un’insegnante di Celano.

Tra la gente, quasi invisibili, proprio davanti la porta dell’obitorio dell’ospedale di Avezzano, ci sono tre giovani. Silenziosi. E con il dolore stampato in volto. Sono Fetah Selmanaj (nella foto di copertina con sua madre Fatime e la sorella Senade), suo cugino e suo cognato.

 All’inizio non se la sentono di parlare. Tanto meno con una giornalista. Ma il dolore è tanto e se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che possa aiutare –in qualsiasi modo possibile- a denunciare quanto accaduto e a dire “qualcosa poteva essere fatto, che qualcuno intervenga su situazioni come queste”, allora si parla anche con una giornalista.

“Questa tragedia poteva essere evitata” commenta Fetah Selmanaj, che ha soli 25 anni, ma ha alle spalle una vita che potrebbe valere anche il doppio dei suoi anni. "Sapevamo di cosa sarebbe stato capace". Il giovane fratello di Senada pensa che qualcosa poteva essere fatto, perché tante volte lui e la sua famiglia, erano andati alle forze dell’ordine a chiedere aiuto. Affinché, per lo meno, qualcuno impedisse a quell’uomo, di pedinarli, minacciarli, seguirli.

 Ma così non è stato. C’era un processo ancora in corso. Senade e sua sorella Jasmine avevano denunciato il loro padre, per aver abusato di loro sessualmente quando erano molto piccole. Una storia orribile, triste. Che nasconde la sofferenza di una mamma che sapeva.

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E che alla fine si è ribellata. Ma che, purtroppo, non ha vinto.

Anzi è morta, proprio mentre era in compagnia della sua più bella e agguerrita ragazza, che aveva detto basta a tutta quella sofferenza. Ottenendo che il padre fosse allontanato da casa.

E così alle quattro di ieri pomeriggio, all’obitorio, sono state eseguite le autopsie sul corpo di Fatime Selmanaj e di sua figlia Senade. Le due donne sono state freddate dal loro aguzzino, davanti al discount Todis di Pescina, l’altra sera. Si erano recate lì dopo il lavoro, per fare la spesa. Le due donne lavoravano all’azienda agricola Coltor di Ortucchio.

Le due vittime sono state raggiunte da Veli Selmanaj che le ha uccise sparando tre colpi alla giovane e uno all’ex moglie. Come continua a sostenere l’avvocato difensore nella causa penale delle giovani, Leonardo Casciere, aveva premeditato di ucciderle. E non è escluso che volesse fare la stessa cosa anche con altri componenti della famiglia.

Nella sua auto, in cui è stata ritrovata la pistola (nella foto), c’erano altri proiettili da sparare.pistola.jpg La sua arma era un revolver di fabbricazione tedesca, calibro 22. Illegalmente detenuto.

L’uomo poi è scappato, lasciando lì, a terra, i due corpi. Nel terrore e la disperazione di chi si è trovato sul luogo del delitto. Da lì è scattata la caccia all’uomo. I carabinieri della compagnia di Avezzano del nucleo operativo radio mobile, a guida del tenente Marco Mascolo, si sono coordinati con gli uomini delle locali stazioni e sono arrivati subito a quello che era allora solo il presunto assassino.

Sul posto della sparatoria, nel giro di poco tempo sono arrivati anche il colonnello Savino Guarino, comandante provinciale dei carabinieri, Andrea Ronchey e Roberto Ragucci, e Enrico Valeri, capitano della compagnia di Avezzano.

Insieme al procuratore della Repubblica, Maurizio Maria Cerrato e al sostituto Guido Cocco.

Il medico legale Paolo Agnifili ha accertato che le due sono state raggiunte da colpi al torace.

L’uomo avrebbe confessato quasi subito. Un folle gesto dettato da un’accecante e morbosa gelosia nei confronti dell’ex moglie e della figlia.

 Gli altri cinque figli della coppia, sono stati dopo poco accompagnati alla caserma dei carabinieri di Avezzano, dove sono stati ascoltati dagli uomini dell’Arma. Con al fianco l’avvocato Leonardo Casciere e l’avvocato Emiliana Longo.

 La Longo è stata la persona a cui Fatime e Senade avevano avuto il coraggio di raccontare tutto quanto subìto negli anni, appena conosciuta.

 Una pagina di storia che nessuno avrebbe mai voluto scrivere e tantomeno raccontare.

E che segna inesorabilmfoto 1.JPGente la vita di cinque giovani che dovranno ora convivere con un dolore così grande.

 

 Ieri, le colleghe delle due vittimee hanno lasciato sulle loro postazioni alla Coltor, due mazzi di fiori. Uno rosa e uno bianco (nelle foto).

 

Dei fiori sono stati depositati anche davanti alla porta del Todifoto 2.JPG’s.

 

La classe del liceo artistico Bellisario frequentata dall’altra sorella di Senade, Bler, ha iniziato una raccolta fondi a sostegno della famiglia.

Ieri non è entrata a scuola per fare lezione.

Le giovani e i giovani amici si sono ritrovati con gli altri studenti degli istituti avezzanesi, con l’approvazione del preside Ilio Leonio, per organizzare una manifestazione per dire “Stop al femminicidio”, che si terrà probabilmente martedì 29. (m.t.)